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2 – Elogio della veduta dal Belvedere di Montalto e ritorno

2 – Elogio della veduta dal Belvedere di Montalto e ritorno

Un breve percorso che dà, in emozione, più di quanto chiede in impegno fisico. Camminata rilassante tra fiori, farfalle, vigne e boschi

 

Vedute dal Belvedere di Montalto Pavese

Il sentiero che proponiamo è gratificante in ogni stagione, tenute in debita considerazione le accortezze già segnalate e valide per ogni percorso in Oltrepò Pavese, in primis l’astenersi nei giorni successivi a grandi piogge per la possibile formazione di strati fangosi che potrebbero compromettere la piacevolezza della camminata.
Essendo un tracciato “ad anello”, è possibile iniziarlo e quindi farlo concludere in uno dei qualsiasi punti che va a toccare. Lo abbiamo testato, inventato, tracciato due volte in stagioni diverse, ponendo come punto di partenza e d’arrivo il Belvedere di Montalto e il suggerimento che ci sentiamo di fornire a chi soffre il caldo e la stanchezza è di iniziarlo, contrariamente a quanto vi diciamo qui, nel fondovalle, all’altezza di Villa Fornace a Rocca de Giorgi, in modo da affrontare la salita nelle ore più fresche e quando si è pimpanti a inizio camminata, riservandosi la discesa alla fine.
In ogni caso, nessuna circostanza climatica o personale potrà inficiare lo stupore e la beatitudine della veduta che, per tutto il cammino, si apre a volte maestosa, a volte più intima e racchiusa in scorci ombrosi, e sempre protagonista assoluta.

Partiamo dunque dal Belvedere di Montalto Pavese, detto altresì Costa del Vento, un nome che si perde nella notte dei tempi, meritato a suon di folate più o meno forti, di correnti ascensionali che ne fanno il luogo, contemplato tra quelli “del cuore” FAI, ideale per i corsi di parapendio che qui si tengono. Lasciando l’auto nello spazio prospiciente la cappella dedicata all’omonima madonnina, si intraprende il sentiero “biforcato” che si riunisce dopo qualche centinaio di metri, è quindi indifferente percorrere il rivolo a destra, che sale e gode del paesaggio sulla Valle Schizzola e oltre, oppure quello più tranquillo e pianeggiante affacciato sulla sottostante Valle Scuropasso che percorreremo cammin facendo. Per buona parte il sentiero corrisponde al numero 201 di quelli mappati dalla Comunità Montana del quale possiamo usufruire della tipica segnaletica bianca e rossa che abbandoneremo all’altezza della Cascina Tavernetto.

Qui il 201, dopo averci tenuto per mano in mezzo a una strepitosa fioritura di ginestre, malva, rose canine, e chi più ne riconosce più gode, che giustifica l’appellativo di “Sentiero delle farfalle” con tanto di pannello dimostrativo delle specie individuate e censite, prosegue verso il lago Trebecco (la diga sul Tidone) da dove però occorre ritornare sui propri passi, raddoppiando i km, non trattandosi di un tracciato ad anello.
Noi svoltiamo a sinistra, proprio a lato della cascina che merita una piccola divagazione storico-culturale. Tavernetto è una delle ventisei (26!) cascine di pertinenza della tenuta del Conte Vistarino di Rocca de Giorgi, facenti capo alla villa madre, detta Villa Fornace e sita, da metà del Settecento, nell’omonima frazione. Un tempo abitate dai mezzadri, molte sono ora vissute da persone che, nel nuovo millennio, sentono il desiderio di vivere al riparo dal caos delle città. La Tavernetto domina una vigna di Pinot nero divenuta un prestigioso cru della cantina a fondo valle.

Cascina Tavernetto

Guadagnato il fondo della valle, tenendosi sempre sulla sinistra, l’andamento è pianeggiante e rilassato, si passa davanti alla cantina di nuova generazione, al parco maestoso di Villa Fornace che, se si è programmata con una telefonata, ne è possibile la visita nel fine settimana.

Il sentiero, inoltrandosi nella Tenuta vinicola, diventa più addomesticato: asfaltato con discrezione, scende tra vigneti ordinati, inoltrandosi a tratti in zone boscose e refrigeranti che permettono la passeggiata anche nei mesi più caldi, e regalando a volte scorci di alcune delle sorelle della Tavernetto, eleganti di gerani sui davanzali e allusive di un modo di vivere slow all’insegna della bellezza.
Sulla strada ombrosa si prosegue lambendo i giardinetti pubblici attrezzati di panche e tavoli in legno dove è possibile fare una sosta, la sede comunale di Rocca de Giorgi, fino al bivio sulla sinistra il cui cartello indica Bosco Chiesa e Piotta: è per noi. Ci armiamo di coraggio e iniziamo la risalita, su un fondo stradale sempre asfaltato che abbandona la zona boschiva e ombreggiata, per riaprire la veduta sui vigneti, sui campi seminati, sui prati. Attraversato il piccolo agglomerato di Bosco Chiesa, si continua a salire incontrando anche, sulla destra, mandrie al pascolo, elogio alla biodiversità di questo luogo, culla del Pinot nero ma non solo. Sulla sinistra, con una piccolissima deviazione, si guadagna la cantina La Piotta, altrettanto aperta a visite e assaggi, previa telefonata.

Villa Fornace, esempio di architettura nobile del XVIII secolo

Riguadagnata la pianura, in cima alla lunga salita, ci si ritrova sul rettilineo che collega Montalto al suo Belvedere, raggiungibile con un’ultima salita. E lì, tra i venti profumati di fiori, c’è la nostra auto che aspetta.
Avremo trascorso circa 10 Km, percorribili in poco più di due ore ma che, se saremo stati curiosi di approfondire e visitare, di concederci le dovute soste, potranno averci impegnato una mezza giornata o anche più.

La mappa del percorso

Mirella Vilardi

Oltre Edizione Speciale