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HomeEdizione Speciale - Aprile 2020Anche Superman in quarantena

Anche Superman in quarantena

Anche Superman in quarantena

Un supereroe non si riconosce soltanto dai superpoteri, ma anche dal profondo senso civico.
Lo dimostra per esempio Superman nel fumetto n. 156, arrivato nelle edicole degli Stati Uniti nel mese di ottobre del 1962.

Credendo di aver contratto un virus mortale il supereroe decideva di isolarsi in quarantena per proteggere gli altri Kryptoniani.

Una vicenda quanto mai attuale.
Quello di allora non era un Coronavirus, non era Covid-19, si chiamava Virus-X. Uscito dalle matite e dalle penne di Edmond Hamilton, Curt Swan e George Klein, era piovuto da Krypton – dall’uno al due sulla Terra precipitava qualcosa da Krypton –
Primi sintomi: mal di testa, debolezza. Trasmissibilità selettiva: contagiava soltanto i Kryptoniani.

In America anche il mondo dei fumetti si adeguava con coerenza al clima della Guerra fredda, modellando i racconti con risvolti quasi pedagogici: alla paura della bomba atomica si contrapponeva la costruzione di un bunker nel giardino di casa; alla minaccia di un attacco batteriologico, la ricerca di un luogo sicuro.
Superman, per isolarsi e non trasmettere il Virus-X, si chiudeva in una “scatola” trasparente dalla quale gli era possibile dare istruzioni; per noi, nei casi più fortunati, sono sufficienti le mura domestiche e il “distanziamento sociale.

 

“The Last Days of Superman!”, il racconto pubblicato nel 1962, era una rivisitazione di una storia apparsa in Superman nel 1950 (n. 66).