Arbasino, infinite orbite intorno al mondo
Nel primo volume della collana i Meridiani e dintorni.
La prestigiosa pubblicazione Mondadori dedicata ad Arbasino, edita negli anni 2009 (il primo volume) e 2010 (il secondo) è arricchita da un “indispensabile”, per chi si voglia definire “Arbasinofilo”, dossier “Arbasino su Arbasino”. Una minuziosissima cronologia biografica curata dall’autore stesso insieme ai curatore dell’opera Raffaele Manica.
La raccolta comprende “Le piccole vacanze”, romanzo d’esordio pubblicato nel 1957 (che gli amici vogheresi hanno celebrato alla cadenza del cinquantenario dalla prima uscita, nel luglio 2007, con una memorabile rentrée dell’autore al circolo Il Ritrovo), “Fratelli d’Italia” (1963), “Certi romanzi” (1964).
Quest’ultimo titolo vien difficile farlo rientrare nella categoria “romanzesca”, Arbasino ci dice, nella quarta di copertina, che è semmai “un diario di idee, quaderno di lavoro, manuale di problemi tecnico letterari… romanzo di un romanzo accanto a Fratelli d’Italia, come inventario di questioni e soluzioni incontrate giorno per giorno nel laboratorio di un’opera narrativa in progress”.
A conferma che è più corretto considerarlo nella produzione saggistica ci occorre la seconda edizione. Uscirà, nel 1977, da Einaudi, con l’aggiunta del “La Belle Epoque nelle Scuole”, dove vengono passati in rassegna alcuni miti patri letterari. Come Manzoni, Verdi, Verga, Pascoli, Lucini, De Amicis, D’Annunzio, Puccini, Gozzano, Dossi, Gadda. Con l’intenzione di ribaltare le convenzioni, i luoghi comuni costruiti attorno a quelle figure. E proporre, passata al filtro dei nuovi strumenti critici, una versione da utilizzare come contro-testi per una scuola che, purtroppo, non è quella delle buone intenzioni. Non c’è.
Quella delle ri-edizioni di una stessa opera e delle sue riscritture, a distanza di anni, oltre che del passaggio, delle triangolazioni da un editore ad un altro, è una delle caratteristiche tipiche della vicenda Arbasino. In questo trovando nell’amatissimo Carlo Emilio Gadda un precedente ideale oltre che una ennesima coincidenza.
Apre la serie “Piccole vacanze”. Che sappiamo ebbe come curatore editoriale Italo Calvino presso la Einaudi, con in copertina un disegno di Mino Maccari (che ad Arbasino non piacque). L’edizione successiva, del 1971, è sempre einaudiana, si arricchisce di due storie, con ritocchi superficiali. La nuova copertina è con un’opera di Gustav Klimt. Nel 2007 ecco la riedizione da Adelphi, accompagnata da una piuttosto lunga nota e con in copertina una inquadratura del film “Gioventù bruciata”, di Nicholas Ray.
Edizioni plurime e variazioni anche per “L’Anonimo lombardo”, definito da Giorgio Bassani “un divertimento per adulti” in quindici storie (con dentro anche quelle delle “Piccole vacanze”). Vede la luce da Feltrinelli nel 1959. In copertina un volto da un’opera di Fra Galgario. Nel 1966 riedizione Feltrinelli rivisitata e ridotta, sempre in copertina un Ritratto di giovine di Fra Galgario. Terza edizione da Einaudi nel 1973, in copertina particolare da La buona ventura di Georges de la Tour. Con una copiosa nota di Arbasino che spiega ragioni, antefatti, revisioni stilistiche, le ragioni della riproposta. “Anonimo” che ricompare da Adelphi nel 1996, con ancora il giovane di Fra Galgario in copertina e una rapida quarta “Mi accorgevo appena che la Callas ormai spiegata entrata ancora stridente e cool, upupa leggendaria, ‘vergine furibonda e scapigliata’, sediziosa voce…”.
Del romanzo-conversazione maggiore, o metaromanzo “Fratelli d’Italia”, la prima edizione è del 1963, nella collana “I Narratori” di Feltrinelli. In sovracoperta la fotografia dell’autore (di Giulia Niccolai), la grafica è di Albe Steiner. Roma, Napoli, Firenze, Venezia, Mantova, Ferrara, Urbino, Spoleto, Capri: i luoghi ripercorsi, fra pranzi, giardini, ambizioni deluse da un gruppo di personaggi. Una vasta commedia sociale, gorgheggiante e sinistra, una smisurata conversazione. Le pagine sono 536. Ristampato nella serie economica “Astri” nel 1967. Nel 1976 – in copertina un Baccanale di Nicola Poussin – l’opera di rivisitazione, ristrutturazione e accumulo porta le pagine a 670. “Da libro-documento degli anni Sessanta – scrisse Giovanni Raboni – a libro-metafora degli anni Sessanta. Nel 1993 il gran tour di ventenni on the road attraverso le follie del boom, con un dash di gelido orgoglioso disperato romanticismo intellettuale pubblicato da Adelphi con in copertina Rinaldo e Armida di Poussin, passa a 1371 pagine.
“Certi romanzi” esce da Feltrinelli nel 1964 (proprio mentre si è già impalcata sotto l’ala di Luciano Anceschi, la confederazione generazionale del Gruppo 63, partecipata tra gli altri da Sanguineti, Eco, Giuliani, Manganelli, Barilli, Pagliarani, Bussotti.
Nel 1977 nuova edizione arricchita da “La Belle Epoque per le scuole”, in copertina foto di Arbasino scattata da Elisabetta Catalano. Documenta la stagione culturale (irripetibile) dell’entusiasmo struggente per la sprovincializzazione letteraria, quando si scoprirono (guardando oltre Chiasso) in Italia Levi-Strauss, Adorno, Benjamin, Jakobson, Barthes, Blanchot e tanti altri.