Come la luna dal cannocchiale
Borgoratto Mormorolo, 30 settembre 2018
Arte e archeologia, affascinato sguardo
Come la Luna dal cannocchiale è un progetto di mostra che riunisce Arte contemporanea, Archeologia e Natura.
“Nasce dallo stimolo di Silvia Lusuardi Siena, in collaborazione con Antonello Ruggieri, Remo Rachini e Art on stage.
L’arte è il nostro cannocchiale che amplifica lo sguardo e apre la mente a un nuovo punto di vista sul quotidiano.
Le opere di Antonello Ruggieri e Remo Rachini aprono al dialogo tra arte, archeologia e natura, offrendo al visitatore che percorre le strade di un antico borgo una nuova visione”.
Il luogo nel cuore dell’Oltrepò Pavese è Borgoratto Mormorolo.
Il titolo “Come la luna del cannocchiale”, ammicca a Galileo, all’inesauribile bisogno dell’uomo di conoscere, all’idea del cannocchiale che è occhio scrutatore.
La visione artistica di Ruggeri, ispirata dall’immaginario archeologico e volta al pensiero orientale, è andata via via coniugando l’ambito archeologico con quello spirituale, avvalendosi di collocazioni che mutuano le percezioni da una all’altra sfera, senza soluzione di continuità. L’installazione per le vie di Borgoratto, costituita da 17 immagini preistoriche dipinte su carta con colore ramato, ha accompagnato il visitatore in un percorso onirico, bellissimo, nutrito di fugacità e leggerezza, di millenni trascorsi in un soffio di polvere.
Remo Rachini, dal canto suo, ha affrontato varie tecniche artistiche utilizzando i materiali più comuni del quotidiano: pittura, scultura, ceramica, mosaico, colori, carta, cera d’api, cioccolato, zucchero, vetri di bottiglia, bitume, cemento… con l’obiettivo di poter dialogare con gli alberi.
Una sorta di religione del vegetale trascorre tra le sue opere, un pensiero alto, di rigoroso rispetto per esseri viventi di cui il mondo animale, l’uomo in primis, non potrebbe vivere senza, mentre è vero il contrario. L’albero è anarchica superiorità, eleganza, interazione con le stagioni.
Ai disegni eseguiti con la tecnica del frottage, si aggiungono alcuni tronchi di antichi gelsi, arricchiti di rivoli di colori brillanti, là dove il tempo o qualche malanno li avevano scorticati, lasciandoli come carni senza pelle esposte alle intemperie.
Un prendersi cura, alla maniera del kintsugi, l’arte giapponese delle preziose cicatrici.
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Art on stage