Cultura, ambiente e turismo del territorio delle quattro province
Segui Oltre anche su:   
HomeArteLucrezia Quistelli tra “Le Signore dell’arte”

Lucrezia Quistelli tra “Le Signore dell’arte”

Lucrezia Quistelli tra “Le Signore dell’arte”

Dal 2 marzo 2021 Palazzo Reale di Milano ospita la mostra dedicata alle “Signore dell’Arte”, artiste vissute tra il ‘500 e il ‘600. Oltre 130 opere di 34 pittrici, tra cui Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Giovanna Garzoni, Lucrezia Quistelli e tante altre, per raccontare incredibili storie di donne talentuose e “moderne”.

Per ora accessibile esclusivamente con visite online, a causa delle restrizioni disposte per far fronte all’emergenza sanitaria in corso.
In attesa di poter tornare a visitare i Musei e godere dell’arte dal vivo, Arthemisia continua a far compagnia al proprio pubblico proponendo altre date alla scoperta delle grandi artiste protagoniste della mostra “Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600
5 nuovi appuntamenti della serie Art.Live!, per partecipare a esclusive visite guidate in diretta dalla mostra, per ammirare opere straordinarie e inedite, e conoscere aneddoti, opere e vicende personali delle artiste vissute tra il ‘500 e il ‘600:

7 marzo, ore 18.00
11 marzo, ore 19.00
14 marzo, ore 18.00
18 marzo, ore 19.00
21 marzo, ore 18.00

La modalità è semplice: si acquista il biglietto (5 euro) sul sito www.lesignoredellarte.it, si prenota la visita, ci si connette in maniera molto semplice e non resta che godersi – da soli, in compagnia e da qualsiasi luogo del mondo si voglia – il viaggio nelle sale di mostra, guidati da esperti comunicatori.
Inoltre, se dopo la visita online si vuole visitare la mostra dal vivo, il costo della visita online sarà quasi completamente detratto dal biglietto di ingresso! Un’occasione per preparare prima la propria visita alla mostra e usufruire di due modalità di visita al prezzo di una.

Per maggiori informazioni
www.palazzorealemilano.it
www.lesignoredellarte.it
www.arthemisia.it

Su Oltre n.187, il focus di Antonella Bruni sull’opera “Il matrimonio mistico di Santa Caterina” di Lucrezia Quistelli, proveniente dalla chiesa di Silvano Pietra.

Dal 2 marzo al 25 luglio 2021, le sale di Palazzo Reale di Milano ospitano una mostra unica dedicata alle più grandi artiste vissute tra ‘500 e ‘600: Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Fede Galizia, Giovanna Garzoni e molte altre.

Con la mostra Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600, l’arte e le incredibili vite di 34
artiste vengono oggi riscoperte attraverso oltre 130 opere, a testimonianza di un’intensa vitalità
creativa tutta al femminile, in un singolare racconto di appassionanti storie di donne già “moderne”.
Vi sono le artiste più note ma anche quelle meno conosciute al grande pubblico; ci sono nuove scoperte, come la nobile romana Claudia del Bufalo, che entra a far parte di questa storia dell’arte al femminile, e ci sono opere esposte per la prima volta come la Pala della Madonna dell’Itria di Sofonisba Anguissola, realizzata in Sicilia, a Paternò, nel 1578 e mai uscita prima d’ora dall’isola; così come lascia per la prima volta Palermo la pala di Rosalia Novelli Madonna Immacolata e san Francesco Borgia, unica opera certa dell’artista, del 1663, della Chiesa del Gesù di Casa Professa; o la tela Matrimonio mistico di Santa Caterina di Lucrezia Quistelli del 1576, della parrocchiale di Silvano Pietra.
Sotto la curatela di Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié, le opere selezionate per la mostra
provengono da ben 67 prestatori diversi, tra cui – a livello nazionale – le gallerie degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, Castello Sforzesco, Galleria nazionale dell’Umbria, la Galleria Borghese, i Musei Reali di Torino e la Pinacoteca nazionale di Bologna e – dall’estero – il Musée des Beaux Arts di Marsiglia e il Muzeum Narodowe di Poznan (Polonia).

Tra le eroine in mostra a Palazzo Reale domina per celebrità la figura di Artemisia Gentileschi: figlia di Orazio, icona di consapevolezza e rivolta, artista e imprenditrice, la sua arte rivaleggia con quella degli stessi pittori uomini dell’epoca e il suo successo la porta allo scarto dalla sua categoria sociale; un esempio di lotta contro l’autorità e il potere artistico paterno, contro il confinamento riservato alle donne.

Di Sofonisba Anguissola – cremonese che visse oltre dieci anni alla corte di Filippo II a Madrid, per poi spostarsi in Sicilia quando sposa il nobile Fabrizio Moncada, e poi a Genova dopo il secondo matrimonio con Orazio Lomellini, e di nuovo in Sicilia, dove fu visitata da Antoon van Dyck nel 1624 – saranno esposti capolavori assoluti come la Partita a scacchi (del 1555 e proveniente dal Muzeum Narodowe di Poznan, Polonia), la già citata Pala della Madonna dell’Itria (1578), che è stata oggetto di un importante restauro realizzato grazie alla collaborazione con il Museo civico Ala Ponzone di Cremona.

E ancora Lavinia Fontana – bolognese e figlia del pittore manierista Prospero Fontana -, che a 25 anni
sposa il pittore imolese Giovan Paolo Zappi alla sola condizione di poter continuare a dipingere, facendo così del marito il proprio assistente – in mostra con 14 opere, tra cui l’Autoritratto nello studio (1579) degli Uffizi, la Consacrazione alla Vergine (1599) del Musée des Beaux-Arts di Marsiglia, e alcuni dipinti di soggetto mitologico di rara sensualità.

E poi ancora la pittrice bolognese Elisabetta Sirani, in mostra con potenti tele in cui sono raffigurati il coraggio femminile e la ribellione di fronte alla violenza maschile, come in Porzia che si ferisce alla coscia (1664) e in Timoclea uccide il capitano di Alessandro Magno (1659) del Museo di Capodimonte di Napoli; Ginevra Cantofoli, con Giovane donna in vesti orientali (1650 circa); Fede Galizia con l’iconica Giuditta con la testa di Oloferne (1596); Giovanna Garzoni, altra modernissima donna che visse tra Venezia, Napoli, Parigi e Roma, in mostra con rare e preziose pergamene.

Nella prima edizione delle “Vite de’ più eccellenti pittori scultori et architettori” (1550), Vasari dedicò una sola biografia a un’artista: la scultrice bolognese Properzia de’ Rossi, che non disdegnò “di mettersi con le tenere e bianchissime mani nelle cose mecaniche e fra la ruvidezza de’ marmi e l’asprezza del ferro”. Properzia aveva lavorato nel cantiere tutto maschile della basilica di San Petronio, e difeso la propria attività letteralmente con le unghie, finendo anche a processo per avere “sgraffignato” qualche detrattore.
Nella seconda edizione delle Vite (1568) sono citate più artiste. In particolare, il rapporto epistolare tra Amilcare Anguissola e Michelangelo, al quale il nobile cremonese fece pervenire due apprezzati disegni della figlia Sofonisba, lo spinse nel 1566 a recarsi a casa Anguissola: Sofonisba era da anni alla corte di Filippo II a Madrid, ma Vasari conversò a lungo con Europa, anche lei pittrice, come la sorella Lucia, morta nel 1565. Scrisse dunque estese notazioni sulle sorelle Anguissola, sottolineando l’eccezionalità del loro caso, scaturito da uno status privilegiato, che permetteva di affiancare lo studio al talento naturale: “bisogna avere da natura inclinazione alla virtù, e poi a quella aggiugnere l’esercizio e lo studio come hanno fatto queste quattro nobili e virtuose sorelle, tanto innamorate d’ogni più rara virtù et in particolare delle cose del disegno, che la casa del signor Amilcare Angosciuola (perciò felicissimo padre d’onesta et onorata famiglia) mi parve l’albergo della pittura, anzi di tutte le virtù”.

Informazioni
www.palazzorealemilano.it
www.lesignoredellarte.it

Hashtag ufficiale
#LeSignoreDellArte