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Oltre n. 178 Luglio-Agosto 2019 Cent’anni dalla nascita di Coppi

Oltre n. 178 Luglio-Agosto 2019 Cent’anni dalla nascita di Coppi

A cent’anni dalla nascita, si ripensano le fatiche e le vittorie di “un uomo solo al comando”. Ne traccia la vicenda umana e sportiva Gigi Giudice, mentre Pier Luigi Feltri accompagna in visita ai musei che, al ciclismo e ai riferimenti al Campionissimo, devono la loro esistenza in Alessandria, a Novi Ligure e sul colle del Ghisallo. Francesco Micheli è stato per Oltre a Castellania, dove tutto, dal nome, alla casa di famiglia, ai murales, alle sculture, narra la leggenda di un mito divenuto eterno. Luciana Rota, scorre, infine, le pagine degli innumerevoli libri scritti sull’Airone. Una bibliografia infinita, quanto i suoi sforzi, le sue fatiche, la sua grandezza.

N el 2019 ricorre anche il centenario dalla nascita di Gianni Brera, un campione della parola che lo sport lo ha raccontato, colorandolo di neologismi diventati pur’essi eterni, con passione, partecipazione, acuto sentimento dell’immedesimarsi. A scriverne è ancora Gigi Giudice che lo contestualizza nel suo territorio d’appartenenza, la pianura lungo il Po che guarda alle colline generose di vini, amicizie, cose buone che concorrono alla gioia di vivere, ad una sana mascolinità esaltata dallo sport e che Brera da San Zenone, dalla sua Pianariva, ha tratteggiato con virilità, forza, intelligenza.

I percorsi d’arte, individuati da Mauro Galli, conducono, in questo numero a Pietro Dossola, un artista su cui, dalla scomparsa avvenuta nel 1974, solo rari e sporadici interventi avevano impedito che scendesse un immeritato silenzio. Apparteneva a quella generazione di pittori tortonesi, nati tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80 del XIX secolo, di cui facevano parte, Giuseppe Sala, Angelo Barabino, Mario Patri e Anacleto Boccalatte che, sulla scia di due maestri di rango come Pellizza da Volpedo e Cesare Saccaggi, esordirono nella pittura nel primo decennio del Novecento e furono attivi fino agli anni del secondo dopoguerra. L’articolo, steso con la consueta puntigliosità dell’autore, è quasi una monografia completa che svela attitudine all’arte e studi intervallati dai fatti di guerra che lo videro, in diverse occasioni, anche attivo sul fronte.

È Antonella Bruni, invece, autrice del “pezzo” su Michele Mainoli alle cui opere ispirate dall’eros sarà dedicata una mostra, dal 7 al 22 settembre, nel castello di Belgioioso. La donna – che pur è presenza ineludibile nella produzione di Mainoli – è lontana, sognata, desiderata, chiusa in spazi inaccessibili, protetta in cellule d’ombra, raccolta in pensieri segreti, mai fissata in un gesto o un’espressione che autorizzi la possibilità di un autentico incontro.
L’intesa rimane la difficile meta; solo tensione, aneliti, tentativi. L’uomo si protende verso l’amata, impone la sua presenza, si veste di metamorfiche forme (Il tacchino bianco) e si dispone all’attesa sapendo di aver di fronte “L’indecisa” e di dover soggiacere alla “Fortuna in amore”
. Una lettura profonda, quella della Bruni, che suggerisce un approccio attento.

Una nuova collaboratrice, architetta, che risponde al nome di Elisabetta Baldi, ci fa conoscere, descrivendone gli interni nascosti agli occhi dei passanti, la villa Mezzacane a Rivanazzano che definisce semplice e monumentale. L’elegante edificio residenziale all’imbocco della Valle Staffora, nel patrimonio storico e architettonico dei dintorni, dall’Oltrepò pavese al Tortonese, può acquisire un carattere quasi di unicità, dovuto al fatto che, pur rientrando nella tipologia della cosiddetta “villa con torretta” maggiormente diffusa nella sua declinazione Liberty dei primi decenni del ‘900, dalla versione più sobria a quella più riccamente decorata, rappresenta uno dei pochi esempi di edilizia residenziale privata appartenente a quel movimento che tra le due guerre mondiali introduceva un nuovo linguaggio denominato “neoclassicismo semplificato”.

Il verde è oggetto di ben due servizi. Il primo, a cura di Elena Corbellini, svela un’insolito giardino che, all’uscita di Borgo Priolo, sulla provinciale verso Borgoratto e Fortunago, intorno a una classica graziosa villetta anni Sessanta, steso su un ettaro circa di terreno, raccoglie duecento differenti specie legnose tra alberi e arbusti, varie centinaia tra erbacee e bulbose. Una realtà realizzata nel corso di un trentennio con l’arricchimento di specie quasi tutte autoctone (intese come presenti sulla penisola da secoli) con particolare riguardo a quelle della zona. Un’idea che risponde a precisi obiettivi di tutela della biodiversità animale e vegetale rivolta alle singole specie.“Sono tessere di quel mosaico che chiamiamo biocenosi la cui perdita lacera la rete di interconnessioni alla base di ogni ecosistema, in un processo evolutivo che, ricordiamo, è sulla scala temporale millenaria.
Il secondo articolo, redatto dall’appassionata Virginia Saba, racconta di un’altrettanto originale attività legata alla bellezza dei fiori e alla delicatezza nei confronti dell’ambiente. Casale Denari, sopra Santa Maria della Versa, disabitato per alcuni anni, nel 2015 si riempie di nuove energie. Azzurra Scerni, il marito Alberto Bertuzzi Borgognoni e il loro bimbo Umberto, vi si trasferiscono. Lei, preziosa Floral Designer, da alcuni anni è coinvolta nel movimento Slow Flower, che caldeggia i benefici dell’agricoltura floreale locale e stagionale, per offrire prodotti a km zero, pieni di carattere e profumi. Quelli che si perdono, nel commercio globalizzato che include necessariamente refrigerazioni (e conseguenti, rapidi appassimenti…). Formatasi, attraverso un corso on line con Seattle e uno intensivo a Londra, si è orientata alla produzione di fiori “da taglio” coltivati seguendo gli stessi principi della produzione alimentare biologica. Casale Denari è diventato, quindi, una fattoria dei fiori, dove non si violano i ritmi naturali – stagionalità e transitorietà. Dove non entrano pesticidi e affini.

Come sempre, anche questo numero, sviscera luoghi e fatti di storia, suggerisce occasioni di svago consapevole e intelligente, propone una ricetta legata alla stagione, una famiglia del vino, un cammino lungo e affascinante da percorrere a piedi con tempi slow. Come sempre, Oltre propone letture e suggestioni per i prossimi due mesi.