Oltre n. 183 Luglio Agosto 2020
Il numero estivo di Oltre è in edicola.
Pagine che ci hanno portato a camminare, osservare, scoprire, riassumere, ricapitolare, fare cernita di emozioni filtrate attraverso la maglia stretta del buon senso, per condividere tutto quanto rimane, scevro da ogni mera suggestione individuale, con tutti voi!
È una estate diversa, quella che stiamo vivendo. Un’estate che entra sempre più nelle corde e nelle motivazioni di Oltre, da sempre sostenitrice di un altro modo di intendere il turismo, i luoghi, il tempo vacante. In questo numero vogliamo quindi suggerirvi proposte slow, com’è nel nostro sentire di cui da trent’anni vi facciamo partecipi.
In Oltrepò e dintorni 4 Top Ten per l’estate
Ce n’è per tutti i gusti, stando “in prossimità”, termine divenuto immediatamente a far parte del nostro quotidiano interloquire.
Ci sono strade che, da “mezzo” abbiamo letto come fini a se stesse, specchi d’acqua sotto forma di fiumi, cascate, laghetti, fonti. E poi luoghi da ricercare perché testimoni di fatti storici, più o meno eclatanti ma sempre tassello irrinunciabile alla comprensione del nostro mondo che ha lasciato iscrizioni scolpite, a rendere di pietra il libro del passato; e le leggende, fantastiche, tramandate di bocca in bocca, a ricordarci il bisogno dell’uomo, innato, atavico, di darsi risposte.
Le immancabili pagine dedicate all’arte, che riteniamo fiore all’occhiello della nostra pubblicazione, in questo numero ospitano un contributo di Aurora Scotti, la più autorevole esperta di Giuseppe Pellizza e della sua opera, incentrato su quella che fu una prestigiosa collezione di fine Ottocento, la collezione Gallina, purtroppo dispersa nel tempo, ma di cui recentemente è comparso sul mercato un piccolo quadro dell’artista volpedese dal titolo “la lavandaia”.
Abbiamo visitato le mostre antologiche dedicate a Franco Francese allestite alla Galleria Marini e alla Casa museo Boschi Di Stefano a Milano e Manuela Bonadeo ne ripropone sapientemente il racconto. “Un artista intenso e sfuggente da etichette storicizzate” – così scrive – “non è semplice entrare in sintonia con la sua pittura, occorre smaterializzare certa ansia di capirlo senza prima tessere una necessaria empatia con la sua opera”. Alberto Ghinzani, scultore che è stato “amico” di Oltre, nei numerosi incontri con lui sempre arricchenti, sollecitò più volte la nostra attenzione per questo artista.
Ancora arte con Lia Giachero che ha incontrato Giancarlo Soldi, Maestro a Ovada; con la mostra “M@d 2020” a Monza dove Francesco Arecco ha esposto “Omphalos”; con la mostra di “Fortunato in arte” dove quest’anno dialogano le opere di Pino Jelo e di Mauro Bellucci.
Si aprono le porte di Villa Branca, antica dimore sulle colline dell’Oltrepò, per la rivista Oltre e soprattutto verso un nuovo futuro con inediti progetti che si potranno realizzare dopo il suo restauro e il pieno recupero.
La copertina di questo numero è dedicata al Lago Bino, un altro dei molti luoghi che sanno stupire in quest’angolo di Appennino, dove i confini delle quattro province si leggono solo sulla carta. Si trova dalle parti di Ferriere ed è di origine glaciale. Ciò che lo rende ancora più attraente è la particolare fioritura estiva, come si può ammirare nella fotografia, che tinge del giallo dorato delle ninfee (Nuphar lutea L.) lo specchio d’acqua. La fatica della camminata lungo l’itinerario proposto nelle pagine di Oltre sarà pienamente appagata, ma anche per coloro i quali si entusiasmano all’idea di un lungo trekking, ma non se la sentono di abbandonare il divano, crediamo che anche la sola lettura e la visione delle fotografie possano supplire degnamente.
Non abbiamo dimenticato le pagine dedicate alla tavola, ai sapori e al buon vino. La notizia di attualità è per il vero un retaggio del passato. Si chiama Schita, un piatto della memoria, cucinato con pochi ed essenziali prodotti, per molti legato ai ricordi d’infanzia, al racconto dei nonni. Ritornato in auge grazie ai Social (grazie a Cinzia Montagna che ha lanciato nell’etere digitale l’idea di salvarne dall’oblio la ricetta e con essa la riproposizione sulla tavola). In breve tempo la pagina Facebook La schita dell’Oltrepò Pavese ha raccolto più di duemila iscrizioni e durante il periodo di lockdown uno tsunami di fotografie di Schita fatte in casa ha inondato il web.
La rubrica delle Famiglie del vino in questo numero da spazio ancora una volta all’iniziativa di giovani che ritornano dalla grande città in Oltrepò per curare le vigne dei padri e dei nonni e per cimentarsi con la tradizione, ma guardando al futuro. La cantina è a Montalto Pavese, è di Elisa e Silvia Piaggi e si chiama “Lefiole”.
Insomma ce ne sono abbastanza di cose, da leggere, da sperimentare, da conoscere, da approfondire e mentre voi siete in vacanza, noi prepariamo il prossimo numero.