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Oltre n. 190

Oltre n. 190

Siamo ritornati sull’Appennino per ripercorrere una delle numerose vie del sale. Percorsi altamente evocativi che, oltre gli echi del passato, propongono ancora paesaggi inediti, flora, fauna e silenzi capaci di incantare.

Non ci si stanca di proporre, approfondire, raccontare, le Vie del Sale. Sono tante quanti i sentieri, più o meno larghi, più o meno battuti, che collegano le coste all’entroterra.
Ammantate di fascino, suggeriscono racconti immaginifici, epici, e suggestioni le più svariate. Ce n’è per tutte le propensioni. Per chi ama l’avventura, la storia, i paesaggi, le piante, gli animali, le ampie vedute o le strette gole. Poi c’è chi, zaino e gambe in spalla, parte per percorrerne almeno una. Fabio Draghi, Pier Luigi Feltri, Virginia Saba e Serena Simula, ne propongono angolazioni e una narrazione inedite.

Gigi Giudice cerca di rispondere a una domanda che lo stuzzica da tempo lontano. “Sembrava di avere a che fare con una leggenda, cui credere si e no. Quando, da adolescente, sentivo i miei raccontare che Albert Einstein aveva frequentato, in gioventù, l’Oltrepò pavese, passando anche per le strade di Voghera. Come ci era arrivato?” È questo il quesito.

Con Adriana M. Soldini, si indugia su testimonianze tangibili, reperti archeologici e supposizioni sull’andamento della Via Postumia da Pontecurone verso Clastidium. Lasciata Pontecurone, la “stazione sulla via Postumia”, (si veda M. Ricotti, Pontecurone una stazione sulla Postumia, “Oltre” n. 187) e quindi superato il confine di regione, si entra in Oltrepò Pavese. Il calcolo delle distanze per il segmento di strada tra Tortona e Voghera allude a una sostanziale corrispondenza della strada moderna con la Postumia.

Le pagine d’arte ci inducono a sviscerare la vicenda dell’opera di Klimt misteriosamente scomparsa e altrettanto misteriosamente ricomparsa nella sua casa piacentina, la Galleria Ricci Oddi. Il posizionamento nel nuovo allestimento, è occasione per approfondimenti, anche attraverso l’incontro con Gabriele Dadati, autore che le ha dedicato un libro di recente edizione.

Estate, da diversi anni, significa per Stradella Ò smagià lâ tùaia, la rassegna di arte contemporanea ideata e diretta dall’artista Lorenzo Alagio. L’edizione 2021 si apre con l’inaugurazione, avvenuta il 10 luglio scorso nella sede de comune, di III way street , opera di Dario Pruonto, in arte Mister Caos. Committenza pubblica per ricordare due personalità stradelline protagoniste del mondo dell’arte e della cultura: Pino Masnata, figura di spicco del Secondo Futurismo, e Siro Brondoni, giornalista e uomo di cultura.

“Entrando nello studio, ricavato nel retro della villetta, oltre che dagli arredi, la stufa in cotto, il seggiolone a rocchetto, le sedie e il divanetto ottocenteschi di velluto rosso, che conferiscono a questi spazi vissuti la patina di un tempo e di un mondo passati, si è attratti dagli strumenti di lavoro, la cassetta dei colori con i tubetti Lefranc e Calcaterra spremuti, i pennelli consumati, le piccole spatole…” Sono le parole con cui Mauro Galli ci conduce alla visita della casa museo di Angelo Barabino, a Tortona, casa aperta al pubblico grazie a un contratto di comodato pluriennale stipulato tra Paolo Barabino, nipote del pittore, e la Fondazione CRTortona che ha provveduto ad alcuni restauri, al ripristino degli interni del piano terreno e al riallestimento della quadreria.

Visitabile solo dall’esterno è, invece, il bunker militare che si scorge transitando sulla ex Strada Statale 10 all’altezza della Frazione Cardazzo di Bosnasco. Ne scrive la storia Cinzia Montagna.

Filippo Pozzi, con la visita A “Un quadrato di giardino” parla di Dry garden tra utopia e realtà: come progettare un bel giardino
risparmiando risorse idriche.

In cucina siamo andati con il cuoco dell’Antica locanda del Groppo, nel piccolo borgo alessandrino, che ha suggerito tagliolini impastati con farina e basilico, per un risultato insolito al profumo d’estate.

La famiglia del vino che abbiamo incontrato ha le vigne sulle prime alture di Stradella, risponde al cognome Paravella e si avvale dei due ultimi rampolli, la terza generazione, che pensano a prodotti complessi e di prestigio, ottenuti con molta attenzione alla terra.

Come sempre, la presentazione di aziende innovative nel panorama di Confindustria e, nelle ultime pagine, le note su eventi a cui partecipare.