Oltre n. 204 Novembre-Dicembre 2023
L’annosa questione del Teatro Sociale di Voghera, chiuso dal 1986, è finalmente arrivata al suo epilogo, ma con un “colpo di teatro”, una sorpresa per la città, la dedica a Valentino Garavani. Per lunghi decenni il bell’edificio ottocentesco è stato al centro del dibattito politico, nel susseguirsi delle amministrazioni impegnate nello svolgere l’intricata matassa della proprietà condivisa con i privati palchettisti.
Dopo alcune aperture occasionali del cantiere al pubblico, il primo evento che ne ha segnato la rinascita è stata la mostra che la città ha dedicato a Valentino, lo stilista a cui Voghera ha dato i natali, in occasione del suo novantesimo compleanno, nel 2022.
E, finalmente, il 26 novembre 2023, il Teatro, nella sua veste rinnovata, è stato inaugurato e riaperto alla società.
Ora si chiama Teatro Valentino Garavani.
Buona parte di ciò che sappiamo del Teatro di Voghera e della sua storia lo dobbiamo agli scritti di Alessandro Maragliano nel volumetto “I Teatri di Voghera”, e a quelli del cavalier Giovanni Baruffaldi, segretario della sua Commissione di Gestione. Baruffaldi ne curò la gestione e vi organizzò spettacoli per circa quarant’anni. Talvolta vi partecipò anche in prima persona, da valente musicista qual era. I suoi appunti rigorosi e dettagliati su semplici quaderni, sono documenti preziosissimi per ripercorrere la ricca storia delle molte stagioni che animarono la vita culturale e di svago della città. Ne racconta Pier Luigi Feltri.
Fabio Draghi riassume gli avvenimenti, le motivazioni, le diatribe che, dal 1804, anno di apertura del Teatro Civico, detto di Sant’Agata, al 19 aprile 1845, quando fu inaugurato il Sociale, visse Voghera: un gran fermento per gli spazi sempre troppo ridotti rispetto alla richiesta della città.
Antonella Bruni presenta le attività che Pavia ha realizzato per i 250 anni del suo Teatro Fraschini, inaugurato il 24 maggio 1773 come Teatro dei Quatro Nobili Cavalieri e oggetto negli anni di due importanti interventi di restauro.
Nell’avvento delle feste natalizie, Virginio Giacomo Bono ripercorre per Oltre i riti propiziatori e simbolici della ricorrenza più magica dell’anno. Lontane dalle usanze moderne, le “feste” – per lo più svuotate dei loro valori di fede dal dilagante consumismo bottegaio – affondano in un passato caratterizzato da cerimonie religiose e manifestazioni di folclore, che a sua volta partecipa di più antichi riti precristiani e pagani.
Giulio Alvigini, Ettore Cau e Pierluigi Pernigotti, consegnano alle nostre pagine la seconda parte (vedere Oltre n. 203) degli studi sul “doppio Idillio” di Pellizza e Barabino. Esito di una lettura selettiva e ponderata di fonti scritte e orali che ricompongono i ritmi e i tempi delle storie dei due idilli.
Rosella Bordoni e Giorgio Bianchi condividono le ricerche su Vittorio Pittaco, artista poco conosciuto, che, da San Michele di Belgioioso alle chiese delle valli piacentine, si è espresso in numerose realizzazioni pittoriche nei primi decenni del XX secolo.
L’incursione nell’arte contemporanea ce la racconta Manuela Bonadeo che ha visitato la mostra, allestita al Broletto di Pavia, delle opere di Sergio Alberti. Sculture che sono “Itinerari stratificati” secondo la personale visione dell’artista autore di un’arte in continuo “divenire”.
Filippo Pozzi scrive del verde intorno alla villa che Severino Grattoni progettò a Porana, oggi frazione di Pizzale, non solo oasi di bellezza ma anche testo vivo sull’arte di pianificare e intendere i giardini nel corso degli ultimi trecento anni. Dalla tavola del catasto Teresiano s’intuisce la presenza di un piccolo giardino formale che è facile immaginare come un “parterre de broderie” ossia un ricamo vegetale realizzato grazie a sapienti potature di siepi messe a dimora sulla base di un disegno. Nondimeno, i tanti alberi ad alto fusto, ormai secolari, raccontano la successiva moda dei giardini all’inglese. Monumenti verdi che sono stati censiti, ad attualizzare il contesto secondo le sensiblità e le attenzioni di oggi.
Col trekking ci siamo spinti in Val Chiarone, tra i Colli Piacentini. Un itinerario che, non semplicissimo ma affrontabile con un buon allenamento e una bella motivazione, apre scenari sulla campagna e sulla Rocca d’Olgisio e, ripercorrendo storia e leggende, conduce a grotte di bianca arenaria in suggestioni lunari.
La famiglia del vino che abbiamo rincontrato è quella dei Calvi, nel trecentesimo anno di attività di viticoltori sulle colline di Castana, in Oltrepò Pavese.
Nelle pagine delle “Note”, suggeriamo, tra le altre nuove occasioni, la mostra ad Acqui Terme delle opere scultoree di Martini e Melotti, il nuovo libro di Camilla Sernagiotto sul packaging più evocativo e iconico, il racconto di Angelo Vicini su Giovanni Carrera, reduce dalla ritirata in Russia…
“Industria Informa” festeggia ICS, nei cinquant’anni di attività, e riporta interessanti iniziative nell’anno di Pavia Capitale della Cultura d’Impresa.