Sir Leach, un entomologo inglese in Val Curone
Un piccolo cimitero di campagna, una lapide e un fiore ad adornarla… è così che si presenta la tomba di uno dei più grandi zoologici del XIX secolo. Sir William Elford Leach, naturalista e ricercatore inglese, nonché conservatore del British Museum di Londra è sepolto a San Sebastiano Curone.
Sulla sua tomba, a ridosso del muretto perimetrale nel piccolo cimitero del paese, oggi c’è un fiore.
Come è possibile che un famoso scienziato britannico sia stato sepolto in un paese della Val Curone, lontano migliaia di chilometri dal Regno Unito? La vicenda che portò Sir Leach dalle brume inglesi ai colli tortonesi sembra tratta da un romanzo d’avventure e indubbiamente non può che destare curiosità. Il legame tra Leach e San Sebastiano Curone è il tassello di una storia ricostruita in tutte le sue tappe grazie al contributo di tante persone che si sono appassionate alla vicenda.
Il famoso entomologo nacque in Inghilterra nel 1790 (sulla tomba è scritto 1791, probabilmente per un errore), dopo gli studi fu assunto come “Assistente Bibliotecario” nel Dipartimento di Storia Naturale del British Museum a Londra, dove era responsabile delle raccolte zoologiche.
Nel 1815 pubblicò la prima bibliografia di entomologia nell’Encyclopedia di Brewster. Il suo lavoro e le sue pubblicazioni erano relative a molte specie del regno animale (invertebrati, anfibi, rettili, uccelli, mammiferi…). Studiò in modo particolare i millepiedi, classificandoli nel loro gruppo di appartenenza, i Miriapodi. Fu considerato ai suoi tempi il maggiore esperto mondiale di Crostacei. A soli 25 anni venne eletto membro della Royal Society.
La vita frenetica e gli impegni pressanti minarono nel tempo la sua forza psicofisica, defaiance alla quale oppose un lungo viaggio in Europa, insieme alla sorella. Viaggio che, contribuendo alla guarigione, riaccese in lui la passione per lo studio e la ricerca. Riprese l’attività di collezionista entomologo alimentando nuove scoperte e intuizioni. In Italia arrivò dapprima a Roma, poi a Firenze e infine a Genova. Qui, nel 1836 mentre soggiornava e studiava, scoppiò una forte epidemia di colera, si allontanò dalla città grazie all’invito di conoscenti al di là dell’Appennino, a San Sebastiano Curone, purtroppo però tardivamente, il 25 agosto dello stesso anno morì.
Poiché di religione protestante non fu possibile la sepoltura della sua salma nel piccolo cimitero; dall’atto di morte si evince che venne sepolto provvisoriamente in un prato di fronte, in attesa che fosse approntato un piccolo mausoleo nel cortile del palazzo della famiglia De Ferrari, dov’era ospitato. Negli anni però la tomba venne dimenticata, con un conseguente degrado, come si legge negli scritti del 1923 di Pietro Giani. I nuovi proprietari del palazzo erano intenzionati a demolirla, infine decisero di inglobarla nei muri della cantina in costruzione.
Riccardo Giani, uomo di cultura e appassionato ricercatore di San Sebastiano Curone, nelle sue pubblicazioni descrisse il degrado e la trascuratezza della tomba e se ne rammarica. Invano si cercò l’aiuto del Console Inglese a Genova e del Rettorato dell’Università di Londra. Da uno scritto del 1959 del professor Zavattari si evince che pochi anni dopo le spoglie dell’illustre entomologo vennero traslate nel cimitero.
Sir William Elford Leach, collaborò con importanti paleontologi e zoologi, conobbe Couvier. Oggi la sua bibliografia riporta una serie infinita di lavori da lui pubblicati, nonché un elenco innumerevole di specie o altri taxa di animali a lui dedicata; come per esempio i Licenidi, gruppo di farfalle molto conosciuto e diffuso.
Un grande uomi di scienza che oggi riposa all’ombra delle robinie di San Sebastiano Curone.
Simona Guioli – Direttore Museo di Scienze Naturali – Voghera