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Voghera

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Descrizione

Il volto del passato

Il cuore di una vecchia città – osservava il grande architetto Walter Gropius – può essere armonioso anche se gli edifici sono diversi e costruiti in epoche diverse, a patto che gli spazi attorno agli edifici siano stati concepiti secondo la giusta misura umana. I caratteri architettonici e urbanistici, poi, sono lo specchio della storia di una comunità, il riflesso delle sue vicende nel tempo. “Amare il proprio paese – scriveva Alessandro Maragliano – non è un merito, bensì un bisogno, un dovere”. Sostituiremmo oggi “conoscere” ad “amare”: e conoscere la città con una adeguata educazione e sensibilità per le varie problematiche vorrà dire poi anche amarla (o almeno superare l’indifferenza) e fruirne degli spazi e delle opere. Significherà conferire anche a una “città di provincia” un ruolo culturale attivo attraverso strutture efficienti, coinvolgendo la scuola e la gente. Significherà, per esempio, recuperare il Teatro Sociale alla sua originaria funzione; rispettare la piazza Duomo – da tempo immemorabile centro civile, religioso e commerciale, già sistemata nell’Ottocento con edifici “decorosi” e rettifili convergenti, oggi “brutalizzata” dal traffico di transito e di sosta – ma anche rivitalizzarla, con impegno e fantasia. Voghera è una città ricca di storia: si tratta di portare l’interesse con convinzione e senza complessi di inferiorità su ricerche e pubblicazioni di storia locale, su problemi museali (collezioni e reperti archeologici, preziose carte) e di conservazione, restauro e valorizzazione di ambienti e monumenti (chiese antiche e belle, architettura civile, ecc.). Allo “sviluppo” economico, pur necessario, occorre associare, per una qualità di vita migliore, il “progresso” reale raggiungibile solo attraverso un grande “progetto culturale” che “rilanci” veramente la città.

L’AUTORE

Alunno del Collegio Ghislieri, si è laureato in Lettere presso l’Università di Pavia nel 1966, con Domenico De Robertis. Indirizzato a studi filologici e linguistici dai Maestri dell’Ateneo pavese (Lanfranco Caretti, Maria Corti, Cesare Segre), si è occupato di questioni manzoniane e di problemi di lingua e stile in scrittori lombardi: nel 1967 ha pubblicato in Studia Ghisleriana (“Studi letterari” per il IV centenario della fondazione del Collegio) il saggio Lo stile di Alberto Cantoni; dal 1965 al 1972 ha atteso all’elaborazione dei materiali dialettali raccolti da Alessandro Maragliano nell’Ottocento e confluiti nel Dizionario dialettale vogherese (Patron, Bologna 1976, collana linguistica diretta da Carlo Tagliavini), quindi ripubblicati distintamente dal 2003 al 2005 per la Ceo; nel 1978 ha curato la stampa delle Poesie dialettali (nel 2011 quella della Battaglia di Montebello). Successivamente ha svolto attività culturale intesa a far conoscere il patrimonio d’arte, di tradizioni, di storia dell’Oltrepò con volumi (a iniziare da Oltrepò Pavese, aspetti di cultura contadina, Silvana Editoriale, Milano 1979), saggi, articoli di giornali e riviste. Principali pubblicazioni: Marchesato di Casei e Cornale (1981); Riti del Carnevale a Voghera (1983); Voghera, palazzi e chiese (1984); Paolo Borroni, un pittore vogherese nell’Europa del ’700 (monografia, 1985); Le pietre chiare (1994); La pittura nell’Oltrepò, dai Boxilio a Pellizza (1997); Quei colori delle stagioni (1998); Ambrogio Casati (monografia, 1999); Ambrogio Casati – Disegni di guerra 1916-1919 (1999); Pittura e scultura nell’Oltrepò, moderni e contemporanei (2000); Voghera, il volto del passato (2001); Un giornale, una città e un modo di guardare (2005); Alessandro Maragliano, racconto di un amore (monografia, 2007); Pietro Bisio, espressività del segno e sperimentazione (monografia, 2008); In quel paese malnato – Cornale e il Grande fiume (2010). Al territorio alessandrino rimandano gli studi su Giuseppe Pellizza (Teresa o pensieri: diario inedito di Pellizza da Volpedo, 1986, e Carteggio degli amici vogheresi, 2001) e sulla figura e l’opera di San Pio V (San Pio V Ghislieri, 2004; I luoghi di San Pio V, 2006). Dopo la pubblicazione delle Vestali del futurismo (immagini e carteggio inedito delle Angelini con i protagonisti, 1991), il futurismo si è rivelato un particolare settore di interesse. Ne è seguita la mostra realizzata nel 1994 dal Comune di Voghera su Marinetti e il suo movimento nell’Oltrepò (con un grande spettacolo futurista da Voghera portato a Praga) e la relazione (Luoghi e figure marinettiane nel “chiaro di luna”) nella giornata di studio Milano “caffeina d’Europa” al palazzo di Brera, svoltasi il 1° novembre 1995 (testi pubblicati da Vanni Scheiwiller nel 1999); e ancora la mostra Futurismo & futurismo pavese (2001). Nel volumetto Tullio Crali – Una lunga fedeltà al futurismo la memoria ha poi ripercorso, attraverso lettere e conversazioni, i momenti di una conoscenza con “l’ultimo amico di Marinetti”, diventata via via amicizia e colloquio sul futurismo, sull’aeropittura e sull’aeropoesia.

Informazioni aggiuntive

Peso 0.5 kg
Anno

Autore

Formato

Pagine

Rilegatura

ISBN

88-87855-14-5