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Le Vestali del Futurismo

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Descrizione

Tra XV e XVIII secolo

Il contenuto delle lettere di Godiasco mette in luce un particolare scambio di idee e di atteggiamenti tra Nina e Marietta Angelini e Marinetti e rivela come questo scambio fosse vivace e fruttuoso non solo per le donne che, quotidianamente, in punta di piedi – e anche no – si immettevano nel mondo complesso della intellettualità futurista, ma anche per lo scrittore stesso e per gli altri del gruppo (Fedele Azari, Giacomo Balla, Paolo Buzzi, Francesco Cangiullo, Fortunato Depero, Armando Mazza, Luigi Russolo) che accettavano e gradivano la loro presenza e i loro interventi. I documenti studiati della raccolta Angelini – databili tra il 1909 e il 1942 e depositati dal 1991 a Rovereto, Mart, Archivio del ‘900, comprendono, oltre alle lettere, manoscritti di Marietta (tavole parolibere e composizioni varie); materiali a stampa (“Vela Latina” con le tavole Ritratto di Marinetti e Ritratto di Cangiullo del 1916 di Marietta, “prima poetessa parolibera”, pubblicazioni d’epoca ed edizioni originali futuriste); materiali fotografici relative alle due “Vestali”, a Marinetti e famiglia, amici e personaggi del tempo; quadri futuristi inediti (di Depero, Cangiullo, Cangiullo-Marinetti-Balla). La casa di Marinetti in Oltrepò – presentata per la prima volta in suggestive fotografie –, luogo romantico e decadente con l’originale arredo liberty e un poco orientale, costituisce uno straordinario documento d’ambiente e in pratica il naturale polo dialettico della Milano futurista.

L’AUTORE

Alunno del Collegio Ghislieri, si è laureato in Lettere presso l’Università di Pavia nel 1966, con Domenico De Robertis. Indirizzato a studi filologici e linguistici dai Maestri dell’Ateneo pavese (Lanfranco Caretti, Maria Corti, Cesare Segre), si è occupato di questioni manzoniane e di problemi di lingua e stile in scrittori lombardi: nel 1967 ha pubblicato in Studia Ghisleriana (“Studi letterari” per il IV centenario della fondazione del Collegio) il saggio Lo stile di Alberto Cantoni; dal 1965 al 1972 ha atteso all’elaborazione dei materiali dialettali raccolti da Alessandro Maragliano nell’Ottocento e confluiti nel Dizionario dialettale vogherese (Patron, Bologna 1976, collana linguistica diretta da Carlo Tagliavini), quindi ripubblicati distintamente dal 2003 al 2005 per la Ceo; nel 1978 ha curato la stampa delle Poesie dialettali (nel 2011 quella della Battaglia di Montebello). Successivamente ha svolto attività culturale intesa a far conoscere il patrimonio d’arte, di tradizioni, di storia dell’Oltrepò con volumi (a iniziare da Oltrepò Pavese, aspetti di cultura contadina, Silvana Editoriale, Milano 1979), saggi, articoli di giornali e riviste. Principali pubblicazioni: Marchesato di Casei e Cornale (1981); Riti del Carnevale a Voghera (1983); Voghera, palazzi e chiese (1984); Paolo Borroni, un pittore vogherese nell’Europa del ’700 (monografia, 1985); Le pietre chiare (1994); La pittura nell’Oltrepò, dai Boxilio a Pellizza (1997); Quei colori delle stagioni (1998); Ambrogio Casati (monografia, 1999); Ambrogio Casati – Disegni di guerra 1916-1919 (1999); Pittura e scultura nell’Oltrepò, moderni e contemporanei (2000); Voghera, il volto del passato (2001); Un giornale, una città e un modo di guardare (2005); Alessandro Maragliano, racconto di un amore (monografia, 2007); Pietro Bisio, espressività del segno e sperimentazione (monografia, 2008); In quel paese malnato – Cornale e il Grande fiume (2010). Al territorio alessandrino rimandano gli studi su Giuseppe Pellizza (Teresa o pensieri: diario inedito di Pellizza da Volpedo, 1986, e Carteggio degli amici vogheresi, 2001) e sulla figura e l’opera di San Pio V (San Pio V Ghislieri, 2004; I luoghi di San Pio V, 2006). Dopo la pubblicazione delle Vestali del futurismo (immagini e carteggio inedito delle Angelini con i protagonisti, 1991), il futurismo si è rivelato un particolare settore di interesse. Ne è seguita la mostra realizzata nel 1994 dal Comune di Voghera su Marinetti e il suo movimento nell’Oltrepò (con un grande spettacolo futurista da Voghera portato a Praga) e la relazione (Luoghi e figure marinettiane nel “chiaro di luna”) nella giornata di studio Milano “caffeina d’Europa” al palazzo di Brera, svoltasi il 1° novembre 1995 (testi pubblicati da Vanni Scheiwiller nel 1999); e ancora la mostra Futurismo & futurismo pavese (2001). Nel volumetto Tullio Crali – Una lunga fedeltà al futurismo la memoria ha poi ripercorso, attraverso lettere e conversazioni, i momenti di una conoscenza con “l’ultimo amico di Marinetti”, diventata via via amicizia e colloquio sul futurismo, sull’aeropittura e sull’aeropoesia.

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