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La geografia scritta sul corpo

La geografia scritta sul corpo

“Violet”, l’opera in fieri di Lorenzo Alagio, muta, si evolve,
vive la contemporaneità con i continui interventi dell’artista.
È in copertina nell’edizione speciale di Oltre, con un intervento di Eric Bessin

La geografia che abbiamo attraversato è scritta sul corpo: i luoghi conosciuti, i sentieri percorsi, le mete raggiunte, i viaggi che hanno condotto altrove. Vi sono disegnati i mari che Odisseo ha navigato contro i tempestosi venti, le volte graffite nelle grotte di Altamira, oppure le statue di Dione e Afrodite modellate dalla luce e dal vento, il ponte romano sopra il fiume Afrin e quello ottomano di Monstar, ma anche le isole sommerse, le città abbandonate, i fiumi inventati, l’improbabile carta dei sentimenti di Madame Scudery.

Sul corpo è disegnato l’inventario delle cose del mondo. Un Atlante con mappe inverosimili.
Così sul corpo di Violet, opera dell’artista Lorenzo Alagio, vi sono intrecci di linee e geometrie, sovrapposizioni di carte, intarsi di mari e pianure.

“È una Europa infante e indecisa, pensata senza braccia, installata su un trampolino nell’attimo di prendere il lancio: come una nike contemporanea e in fase di crescita, apposta di fronte ad un futuro di cui non ha, al momento, consapevolezza” (M. Bonadeo, Oltre n.150, 2014).

Sulla pelle, la pelle (simulata) di un manichino, Alagio ha messo in atto il suo gesto creativo; ha trasformato la pelle involucro in specchio del mondo esteriore e finestra di quello interiore facendo proprio un sistema iconografico codificato. Direttrici e strade in vece di arterie e vene.

Le arterie magne xilografate nella bottega di Tiziano per il De Humani Corporis Fabrica di Andrea Vesalio, si sovrappongono alle orbite eliocentriche che illustrano il De revolutionibus orbium coelestium di Copernico. Entrambi Atlanti, il primo anatomico, il secondo, si potrebbe dire, geografico. Entrambi stampati nel 1543. Segni geografici e segni anatomici si mescolano idealmente sulle tavolette di legno del fiammingo Jan Stephan van Calcar, il quale, in Italia presso il maestro veneziano, illustrò il primo, e su quelle di Johannes Petreius, stampatore in Norimberga del secondo.

Così è nelle mappe con raffigurazioni antropomorfe, nelle carte geografiche medievali, dove nomi di città sono scritti su corone, nomi di stati su braccia e mani, confini disegnati ai margini di mari e oceani. È una figura di donna la mappa Europa in Forma Virginis di Johann Putsch, per esempio, è Isabella di Portogallo, moglie dell’imperatore Carlo V. La geografia distesa sul suo corpo è narrazione dello status politico della geografia del tempo.

Ma Violet, non è una regina, non ha alcun potere temporale da rivendicare. Nelle sue forme di fanciulla, nella sua incompletezza, c’è in realtà il mondo e il tempo che non ha ancora attraversato. Ferma nell’attimo è geografia in attesa di un futuro immanente.

 

Lorenzo Alagio, Violet, in copertina con un intervento di Eric Bessin

Oltre ha pubblicato un ampio servizio sull’artista Lorenzo Alagio sul n. 150 (Novembre-Dicembre 2014) della rivista: “Avanguardie estreme. L’inquietudine artistica di Lorenzo Alagio” di Manuela Bonadeo