Cultura, ambiente e turismo del territorio delle quattro province
Segui Oltre anche su:   
HomeSandro Bolchi9 – Shakespeare, Dostoevskij e Tolstoj

9 – Shakespeare, Dostoevskij e Tolstoj

Io sono di quelli che allestiscono i Re…

 

a cura di Nuccio Lodato
 
“Sono di quelli che interpretano i re”, diceva di sé Orson Welles, la cui carriera teatrale, e anche cinematografica (Macbeth) è intessuta dell’incarnazione di personaggi regali, non solo shakespeariani.
Per Bolchi la tentazione regal/shakespeariana è monotematica e carsica. Da dramaturg e regista, il canone del Bardo non gli sta a cuore tutto: non lo attirano né le commedie né le tragedie più rituali e inevitabili, ma solo le Storie Inglesi, quella – non a caso meno rappresentata, e non solo in ragione della sua fluvialità – dell’Enrico IV, che allestisce con un inconsueto sforzo produttivo Rai nel 1961, per inaugurare il Secondo Programma. Lo fa poco dopo aver proposto il dramma pirandelliano dallo stesso titolo, connotando la differenza anche ad uso del telespettatore medio di allora, con la scelta di indicarlo come Le storie di re Enrico IV.
 
Ma il suo interesse si era già esplicato attraverso i numerosi allestimenti radiofonici, come lui stesso ha tenuto a ricordare: a cominciare dal più arduo, caotico e primitivo Enrico VI, che di recente l’autorevolezza del New Oxford Shakespeare ha proposto, con una polifonia di ventitré voci di studiosi (confortata da una ricerca stilistica comparativa affidata agli algoritmi!) di attribuire a quattro mani, con Shakespeare, a Marlowe. Bolchi ha proposto in radio tutti gli Enrichi, a ricominciare appunto dal IV per proseguire anche col V e l’VIII. Così come il frequentatissimo Riccardo III, ma anche l’assai meno gettonato II. Spaziando così, tra ricostruzione storica e affabulazione leggendaria proprie del genio shakespeariano, attraverso tutta la storia d’Inghilterra dalla fine del Trecento alla metà del Cinquecento, dall’ultimo dei Plantageneti al più famoso tra i Tudor.
 
La lettura storico-fantastica che Shakespeare offre, secondo la correttissima percezione di Bolchi, dei suoi re, trova coerentemente sbocco nella scelta del Lear, uno spettacolo-chiave nella sua prosa tv. Ma, oltre all’amato Bolingbrooke, Bolchi fa spazio doppio solo al Giulio Cesare, che propone due volte, nella fase pionieristica del ‘59 e in quella matura del ’65, con la volontà di demarcare la differenza abissale tra la tv mera registratrice passiva di eventi teatrali in palcoscenico, e quella ricca di risorse e possibilità inventive in studio (dove peraltro, fatalmente, si “sceneggiano” copioni nati per la fissità monodimensionale della quarta parete mancante…). In fondo, e proprio Shakespeare ce lo sottolinea, anche Cesare è un re (mancato!). Esce spontaneo l’interrogativo se, anche nell’accostarsi realizzativamente al patrimonio del massimo scrittore di teatro d’ogni tempo, sia prevalsa in lui quella straordinaria attitudine divulgativa che l’ha indotto a privilegiare, nei propri massimi sforzi produttivi, in ordine cronologico, Bacchelli, Hugo, Manzoni, Dostoevskij

 
a cura di Nuccio Lodato
 
[…]
 
 
 
Per i testi relativi alle versioni televisive e cinematografiche de “I demoni” di Dostoevskij e di “Anna Karenina” di Tolstoj rimandiamo ai contributi, sempre a cura di Nuccio Lodato, sulla rivista Oltre (n.170, marzo-aprile 2018).
E’ possibile acquistare la versione stampata della rivista anche online al seguente link.
Oppure è possibile acquistare l’intero servizio, in versione digitale (formato Pdf) dedicato a Sandro Bolchi al seguente link

 
 
 
 
Primopiano Sandro Bolchi
1 – Primopiano Sandro Bolchi
2 – Elogio della lentezza e del silenzio
3 – “Regìa di Sandro Bolchi”
4 – I giorni e le opere di un maestro assoluto della messinscena
5 – Quattrocento attori per un solo regista
6 – Il mulino del Po
7 – I miserabili
8 – I promessi sposi
9 – Shakespeare, Dostoevskij e Tolstoj
10 – “Le nostre sono solo traduzioni”
11 – Sandro Bolchi in homevideo e streaming
12 – Per Renzo e Lucia i luoghi del cuore